Mentre per gli adulti ogni visita dal medico prevede quasi sempre l’appuntamento con lo sfigmomanometro, per i bambini in genere no, anche perché è difficile immaginare che un bambino o un adolescente sia iperteso.
Invece il problema esiste e non riguarda solo chi soffre di patologie cardiovascolari, endocrinologiche o renali che generano alterazioni pressorie.
Oggi, le abitudini scorrette come il sovrappeso, la vita sedentaria, la riduzione delle ore di sonno, il consumo eccessivo di sale, sempre più spesso portano ad alterazioni della pressione anche per i giovani.
È quindi importante controllare i valori della pressione fin da giovanissimi per individuare coloro che potrebbero sviluppare serie problematiche in futuro. È inoltre fondamentale prestare particolare attenzione allo stile di vita che può contribuire a creare conseguenze pesanti in età adulta se
In età infantile è più corretto parlare di valore pressorio alto più che di ipertensione poiché, fondamentalmente, sono le cattive abitudini ad aumentare il rischio cardiovascolare, generalmente collegate al sovrappeso caratterizzato da eccessi alimentari, comportamentali e trascuratezze.
Il controllo pressorio nei bambini non è semplice, sia per quanto riguarda l’esecuzione della misurazione durante la quale bisogna stare fermi, condizione necessaria per considerare attendibile il risultato, sia per il confronto con i valori di riferimento che, contrariamente a quelli fissi relativi agli adulti, variano, nel caso di giovanissimi, in base a età, altezza e sesso. Inoltre è necessario usare un bracciale adatto.
Fondamentalmente il consiglio degli esperti è quello di porre attenzione allo stile di vita dei bambini: dopo l’allattamento, considerato un fattore protettivo nei confronti dell’obesità, i problemi veri iniziano con le abitudini che si assumono con lo svezzamento e oltre.
Attenzione quindi a che cosa e a quanto si mangia. Sicuramente l’eccesso di calorie è dannoso, ma lo è ancor di più un’alimentazione ricca di grassi, proteine e soprattutto sale e zuccheri.
È bene limitare il consumo di questi ultimi spesso presenti in grandi quantità in bibite e merendine e altri prodotti. Attenzione particolare va dedicata alla lettura delle etichette degli alimenti che per legge devono riportare le specifiche del prodotto.
Tutta la famiglia dovrebbe contribuire a eventuali cambiamenti nella dieta e nelle abitudini, evitando estremismi che, imponendo obblighi, potrebbe far naufragare una corretta ed equilibrata impostazione dello stile di vita e dell’alimentazione.
Un problema “culturale” da sfatare è quello che la “ciccia” nei bambini sia sinonimo di salute. Spesso, un po’ per abitudine, un po’ per fretta, tutta la famiglia consuma “junk food”, bibite e snack in eccesso, coinvolgendo anche i più piccoli; questo comportamento portato avanti nel tempo può contribuire all’esordio di serie patologie.
L’attività fisica è uno dei pilastri del benessere che abbinata ad una alimentazione corretta e ad uno stile di vita senza eccessivo stress sono strumenti fondamentali per limitare i danni e pregiudicare le condizioni nell’età adulta.
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